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WORK IN PROGRESS – ANNO NUOVO, MOTORI NUOVI.

11/01/2023

 

La pausa invernale dalla stagione delle competizioni è il periodo deputato per effettuare, con relativa tranquillità, la normale revisione di auto e motori in vista dei nuovi impegni sportivi oppure per la presenza in eventi di vario tipo.

 

Ma, proprio approfittando della relativa calma, è anche il periodo durante il quale vengono eseguiti lavori che necessitano di tempistiche più lunghe, come restauri o ricostruzione di vetture, stradali e da competizione, motori o altre parti meccaniche, che perciò richiedono anche la disponibilità di spazi per eseguire le suddette lavorazioni, come ponti sollevatori o cavalletti e banchi nell’area motori, difficilmente conciliabili con le strette tempistiche necessarie alla “manutenzione” e revisione durante la stagione delle competizione.

 

Una di queste lavorazioni particolari ha riguardato la ricostruzione, nel vero senso della parola dato che è stato necessario realizzare ex novo particolari mancanti o gravemente danneggiati, di un motore Alfa Romeo V10 di 3,5 litri inizialmente nato per la Formula 1.

 

Il motore, progettato a metà anni ‘80 dall’ingegner Pino d’Agostino che per primo ebbe l’intuizione di adottare questo frazionamento per la Formula 1, avrebbe infatti dovuto equipaggiare le monoposto Ligier ma a seguito del passaggio di proprietà della casa del Biscione al Gruppo Fiat quest’ultimo blocca l’accordo. Perciò il V10 di 3,5 litri con angolo tra le bancate di 72° che sulla carta avrebbe avuto ottime chance, dato che erogava una potenza di 620 CV a oltre 13.000 giri/min a fronte di un peso contenuto, non venne mai schierato in un gran premio.

 

Tuttavia, alcuni anni dopo, precisamente nel 1988 durante il week end del Gran Premio d’Italia, il V10 scese in pista a Monza, montato sulla Alfa Romeo 164 Procar pilotata nell’occasione da Riccardo Patrese, deliziando il folto pubblico con la sua musica, oltre che prestazioni.

 

Purtroppo, la serie Procar, proposta da Bernie Ecclestone, non prese il via; perciò, il V10 del Biscione non ebbe mai modo di mostrare in gara il proprio potenziale.

 

L’esemplare in lavorazione presso l’officina Alfa delta è uno dei pochi realizzati a suo tempo e, soprattutto, rimasto completo nel corso degli anni. Roberto Restelli ed i suoi collaboratori hanno completamente smontato il motore, ripulito tramite appositi procedimenti tutti i particolari, verificandone l’integrità, sostituiti alcuni particolari e accessori deteriorati e fatto realizzare ex novo appositi tappi per sigillare le aperture tramite le quali potrebbero filtrare impurità all’interno del motore, oppure verificarsi perdite del particolare lubrificante che sarà introdotto all’interno per conservare le parti meccaniche a rischio di ossidazione.

 

Tutti i particolari sono ora pronti per l’assemblaggio finale, dopo il quale il bellissimo V10 del Biscione, che non è eccessivo definire un’opera d’arte meccanica, sarà esposto a Monaco presso lo showroom OKP, azienda che realizza parti di ricambio e speciali per Alfa Romeo d’epoca e da competizione di cui Alfa Delta è Distributore esclusivo sul territorio nazionale italiano, pronto a deliziare visitatori e clienti.

 

È già stato assemblato, invece, ed è pronto ad essere installato sulla Giulia GTA 1600 Gruppo 4 che utilizzano spesso insieme Fabrizio Zamuner e Roberto Restelli, titolare Alfa Delta, il bialbero 1600 preparato ex novo dotato di “testa stretta”.